Libri. “Ogni volta che ti picchio" di Meena Kandasamy.

Una donna intelligente, forte e indipendente perché rimane intrappolata in un matrimonio caustico?

In un'India moderna, Meena Kandasamy, poetessa e scrittrice, si ritrova a vivere un'inaspettata e soffocante sfida: il matrimonio con un professore universitario, ex militante maoista, che si trasforma in un incubo. Nel suo libro "Ogni volta che ti picchio," Meena cerca di dare forma a questa esperienza caotica e di far luce su una domanda che persiste: cosa la spinge a rimanere intrappolata in una relazione violenta?

Il romanzo si svolge tra le pareti buie della loro casa, in cui il marito si rivela essere un carceriere mentale, privandola di ogni aspetto della sua identità. La sua scrittura diventa la sua arma e il suo rifugio. Con parole incisive e prosa poetica, Meena traccia un percorso attraverso il dolore e la sofferenza, illuminando l'oscurità della violenza domestica.

La Villa del Piacere, nome inappropriato per la prigione domestica in cui si trova, costringe la protagonista a interpretare il ruolo di una moglie perfetta. Deve diventare invisibile, insignificante, per non irritare il marito. La narratrice, con uno stile semplice ma potente, ci fa penetrare nell'incubo, esplorando la genesi di questa relazione malsana. L'autrice evita l'autocommiserazione, inserendo tocchi di ironia che svelano le incongruenze culturali e sociali della società indiana.

La protagonista, una giovane con ambizioni e una famiglia solida, si ritrova isolata e senza lavoro. Mentre la sua situazione peggiora, la violenza del marito aumenta. Tuttavia, la donna non è fragile ma lotta interiormente. L'atto di scrivere diventa il suo mezzo di ribellione e salvezza. La narrazione esplora il matrimonio come campo di rieducazione, dove il marito è il professore e lei l'allieva. La violenza, fisica e psicologica, cresce, mentre la protagonista cerca una via di fuga che sembra impossibile.

"Ogni volta che ti picchio" è una testimonianza cruda e vibrante contro il patriarcato e l'ingiustizia di genere. La storia di Meena diventa un simbolo di ribellione, una dichiarazione di libertà e speranza. Il suo racconto riscatta la sua identità dall'oppressione, dimostrando che la parola può essere un'arma potente contro l'abuso e la violenza.

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Chi è Meena Kandasamy

Nata nel Tamil Nadu nel 1984, Meena Kandasamy è una rinomata scrittrice indiana con un dottorato in sociolinguistica. Ha esordito come poetessa a 17 anni, affrontando temi come i sistemi di caste e il femminismo. Il suo primo volume di poesie, "Touch" (2006), è stato tradotto in diverse lingue.

In "The Gypsy Goddess" (2014), in inglese, affronta il massacro di Kilvenmani nel 1968, in cui contadini Dalit furono uccisi. "When I Hit You: Or, A Portrait of the Writer as a Young Wife" (2017) esplora il ruolo delle donne nella società indiana attraverso la storia di una scrittrice sposata vittima di violenza.

Kandasamy traduce opere dal tamil all'inglese, pubblica la rivista "The Dalit," scrive per piattaforme online e ha partecipato a antologie. Ha ricevuto riconoscimenti e vive tra Londra e Vellore.

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