Sottovalutate e ridimensionate: le donne preistoriche e la lotta contro il mito dell'uomo cacciatore

Illustrazione di Samantha Mash

Secondo le ultime scoperte archeologiche, la teoria dell’Uomo Cacciatore va depennata.

La verità è che anche il corpo della donna si è evoluto per cacciare. Così scopriamo che l’origine del ruolo delle donne all’interno della famiglia (e della comunità) non è quella che volevano farci credere, e che il loro contributo all’evoluzione è stato più che essenziale. Una verità nascosta che oggi appare come una rivoluzione e che ci invita non solo a rileggere la preistoria (e le nostre origini), ma anche ad interrogarci su molti quesiti che ruotano intorno al concetto “donna”.

Soprattutto: quanto stiamo pagando quest’errore? Questo modello interpretativo ha avvalorato la visione di una gerarchia biologica in cui gli uomini erano considerati superiori alle donne, dando così man forte a tutta una corrente che vuole la donna inferiore e assoggettata al maschio. La teoria dell'uomo cacciatore in definitiva ha fornito una giustificazione evolutiva alla distribuzione diseguale del potere tra i generi. Ma qual è la causa di questo sbaglio? E’ stata una svista commessa in buona fede, oppure le coscienze sono state mosse da qualcosa di più sottile, sotterraneo, tendenzioso?

L’errata interpretazione dei dati

Tutto è relativo, perché tutto cambia dal punto di vista da cui si osserva. Così accade che se affidiamo l’interpretazione di alcuni dati ad un gruppo di persone, queste li leggeranno con la forma mentis dell’epoca in cui vivono. Con gli stereotipi e l’”estensione” dell’apertura mentale vigente in quel dato periodo storico.

Via via che l’uomo moderno ritrovava i resti delle antiche civiltà preistoriche, interpretava questi elementi attraverso lenti offuscate da luoghi comuni del suo tempo, come ad esempio che la donna non avesse una struttura fisica abile alla caccia, e che per questo era semplice beneficiaria passiva degli sforzi del maschio. Quindi era l’uomo che cacciava, era lui a procurare il cibo, e intorno a lui si svolgeva il progresso evolutivo: nacque il dogma dell’Uomo Cacciatore (e della donna abile solo ad allevare figli e a raccogliere).

E anche quando i dati parlavano chiaramente di donne cacciatrici, gli storici respingevano la scoperta minimizzando il ruolo femminile.

Le ultime scoperte

Oggi, grazie all’ausilio di più sofisticati mezzi d’indagine e ad un pensiero più libero, gli archeologi stanno stravolgendo completamente questo assunto. Già, perché sempre più di frequente si scoprono nuovi resti che parlano di donne cacciatrici, forti, anche leader di intere comunità (come il recentissimo caso della Dama de Marfil, ovvero al Signora dell’Avorio).

La verità è che l’idea che vi fossero dei ruoli ben distinti tra uomini e donne in età preistorica non ha fondamento. Di questo ne è certo anche un team di ricercatori dell’Università di Notre Dame (settembre 2023), che hanno esaminato la divisione del lavoro in base al sesso durante il Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 12.000 anni fa). Questi studiosi si sono anche presi la briga di sondare se le distinzioni anatomiche e fisiologiche tra uomini e donne ponessero limitazioni alle capacità di caccia delle donne. La loro indagine ha rivelato che sì gli uomini possedevano un vantaggio rispetto alle donne negli sforzi che richiedevano velocità e potenza, come lo sprint e il lancio, ma che le donne avevano un vantaggio rispetto agli uomini nelle attività che richiedevano resistenza, come la corsa su lunghe distanze.

Cosa dobbiamo farci allora con la teoria che il corpo maschile si è evoluto per cacciare e quello della donna per raccogliere? Buttarla nel cestino.

Ma mentre gli studiosi continuano a sfornare ricerche e studi che vanno in questa direzione, non mancano i detrattori che tentano di giustificare il tutto etichettandolo come una forzatura del femminismo per suffragare la rivalsa delle donne in tempi più lontani. Atteggiamento sminuente e denigratorio che subentra nella mente di alcune persone quando, erroneamente, si sentono minacciate dalle capacità altrui.

Questi i link dove leggere i recenti studi dei ricercatori dell’Università di Notre Dame:

https://anthrosource.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/aman.13915

https://anthrosource.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/aman.13914

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