Donna, da eroina della civiltà a casalinga

Illustrazione di Tom Björklund

Forse sei qui perché hai letto il mio precedente post sul ruolo della donna nella preistoria e vuoi sapere, come me, cosa diavolo è successo da farci ridurre in questo stato…(anche se le cose sono un po’ cambiate di recente, ma non abbastanza, diciamola tutta, perché rispetto alle culture del Nord Europa siamo ancora un po’ distanti).

Perché la donna nella preistoria è stata così importante da avviare le basi della civiltà e poi si è vista togliere dignità sociale? C’ho perso la ragione, e nessuna ricerca (storica, sociale, ecc.) è riuscita a darmi la risposta esauriente che cercavo. Forse finché questo tipo di studi saranno svolti da uomini (maschi) una risposta esaustiva non l’avrò. Tuttavia proviamo insieme a vedere e commentare le notizie e le analisi ad oggi in nostro possesso. Ovviamente se pensi di avere qualcosa da dire o da aggiungere, ti prego di dare il tuo contributo!

donne preistoriche

Illustrazione di Tom Björklund

Uno dei fattori chiave di questo mutamento è stato il passaggio dalla società di cacciatori e raccoglitori a una società agricola più sedentaria. Quando abbiamo abbandonato la vita nomade e ci siamo stabiliti per coltivare la terra, sono nate nuove strutture sociali e istituzioni che hanno portato a cambiamenti significativi. La proprietà privata, le gerarchie sociali e le strutture di governo sono diventate parte integrante della nuova organizzazione sociale.

In questo nuovo ordine sociale le donne spesso hanno subito delle limitazioni nei loro ruoli e opportunità. Fino a quel momento le donne antiche sono state veri e propri motori di cambiamento, fornendo idee innovative e soluzioni pragmatiche per lo sviluppo delle comunità. Il loro contributo attivo è stato indispensabile per il progresso sociale e culturale stabilendo condivisione e leadership positive. Insomma, un vero Eden.

Ma quando si è trattato di gestire le ricchezze, le cose sono cambiate. Forse le donne dell’epoca non si erano dimostrate avide quanto gli uomini e per questo furono estromesse dal “potere” familiare? E poi dicono che a mordere la mela fu Eva…

Concetti come la divisione del lavoro, la sessualità e la maternità sono stati influenzati da nuovi valori culturali e religiosi (che prima erano “femminocentrici”). E le idee di potere e leadership, adesso basate su sistemi patriarcali, hanno consolidato la marginalizzazione delle donne. Le istituzioni sociali, politiche ed economiche sono state dominio degli uomini, perpetuando la disuguaglianza di genere e limitando l'influenza e la partecipazione delle donne.

Il cambiamento del ruolo della donna nell’area europea

Il passaggio dalla preistoria alla storia in Europa è stato accompagnato da una serie di sviluppi culturali e sociali. Durante l'Età del Bronzo, intorno al 2000-1000 a.C., molte società europee hanno subito profonde trasformazioni, comprese ovviamente quelle riguardanti i rapporti di genere.

In questo periodo, molte società europee hanno adottato un modello patriarcale, in cui il potere e l'autorità venivano concentrati nelle mani degli uomini. Le donne, invece, sono state confinate a ruoli domestici e familiari, con limitate opportunità di partecipazione pubblica e politica.

Vediamo nel dettaglio le origini del modello patriarcale

Le origini del modello patriarcale che ha indebolito il ruolo delle donne nella società preistorica sono molteplici e concomitanti.

Da un lato, lo sviluppo dell' agricoltura ha portato alla valorizzazione della terra come risorsa preziosa, creando l'idea di proprietà privata e relegando le donne ad un ruolo più subordinato nell'agricoltura più intensiva.

Dall'altro lato, le strutture politiche e gerarchiche sono state influenzate dai contadini e dagli allevatori che detenevano più risorse e hanno assunto un ruolo di leadership e autorità maschile.

Le religioni e le credenze culturali hanno contribuito a legittimare l'autorità maschile e a limitare la partecipazione delle donne alla vita politica, sociale ed economica.

Infine, gli spostamenti migratori e i contatti culturali hanno diffuso le idee patriarcali tra le comunità, ma hanno anche dato luogo ad una resistenza da parte di alcune comunità (meno male) che hanno difeso le loro tradizioni e cercato di sfidare le idee patriarcali dominanti, offrendo alternative più equilibrate e giuste in termini di relazioni di genere.

Quale popolo per primo assunse un modello patriarcale?

Marija Gimbutas, famosa archeologa del periodo neolitico scomparsa nel 1994, ha dato la sua risposta: è stata una cultura chiamata "Kurgan" ad elaborare un modello patriarcali e, poi, a esportarlo in Europa.

Ipotesi dell’influenza Kurgan

Si trattava di un popolo proto-indo-europei, patrilineare, patrilocale, pastori e seminomadi originari delle steppe russe. I popoli della cultura Kurgan erano guerrieri, usavano il cavallo e fabbricavano armi. La loro religione era basata su divinità maschili, e l'agricoltura e la ceramica erano poco sviluppate. Seppellivano i loro morti in tombe coperte da tumuli o in colline di terra chiamate kurgan. Gimbutas ha cercato di tracciare le migrazioni di questi popoli dal territorio a nord del Caucaso verso aree che comprendono Grecia, Italia, Bosnia, Bretagna, Irlanda, Lituania, Lettonia, Russia, Germania, Scandinavia, Anatolia, India, Iran e Turkistan cinese.

Secondo Gimbutas, si sono verificate tre ondate di migrazioni. La prima avvenne circa tra il 4400-4200 a.C. (Kurgan I e II, culture Khvalynsk e Srednij Stog); la seconda ondata tra il 3400-3200 a.C. circa (Kurgan III, cultura Maikop); la terza ondata tra il 3000-2800 a.C. circa (Kurgan IV, cultura Yamna o delle tombe a fossa). I popoli indigeni che abitavano le regioni occupate dai proto-indo-europei veneravano divinità femminili, avevano uno sviluppo artistico avanzato e costruivano case a due piani e templi ben fatti, di cui rimangono modellini in argilla. Gli invasori proto-indo-europei imposero la loro lingua e religione ai popoli indigeni, che furono parzialmente assimilati o distrutti.

Quali antiche civiltà hanno mantenuto un modello di parità di genere?

Forse non è opportuno parlare di vera parità di genere, ma sicuramente in alcune civiltà la donna assumeva un ruolo che oggi chiameremmo progressista. Vediamo alcuni esempi.

Tra le tribù celtiche insulari delle Isole Britanniche, le donne avevano un ruolo sociale importante. Erano coinvolte nell'amministrazione delle tribù, nella gestione economica, nella pratica della medicina, oltre a partecipare attivamente nelle questioni politiche e militari. Anche la legge celtica, conosciuta come "Brehon Law", garantiva alle donne alcuni diritti e protezioni.

La cultura e società normanna (i Vichinghi, li ricordi?) presentavano una certa flessibilità di genere. Le donne normanne potevano ereditare proprietà e assumere ruoli di leadership familiare, sia come reggenti in assenza di un erede maschio, sia come influenti consiglieri politici.

Nella civiltà minoica dell'antica Creta, la rappresentazione artistica e l'archeologia suggeriscono che le donne avessero un ruolo significativo nella società. Le immagini ritrovate mostrano donne coinvolte in attività pubbliche, come il ballo e il sacerdozio. Questo ci suggerisce che le donne minoiche potessero godere di un certo grado di potere e status.

Nell'antico Egitto, le donne godevano di un livello significativo di autonomia e potevano svolgere ruoli importanti nella società. Ad esempio, alcune donne divennero regnanti come le famose regine Hatshepsut e Cleopatra. Le donne egiziane avevano anche diritti di proprietà, potevano gestire attività commerciali e partecipare a cerimonie religiose.

Gli antichi Sciti, un popolo nomade dell'Asia centrale, hanno spesso fornito un ruolo di leadership alle donne nella loro società. Le donne scite partecipavano alla guerra e godevano di un certo grado di libertà e autonomia.

Nella società dei nativi americani diverse tribù hanno mostrato una certa parità di genere. Ad esempio, tra gli Irochesi, le donne avevano un ruolo importante nelle decisioni politiche e nelle attività economiche. Alcune tribù riconoscevano l'importanza del contributo delle donne alla comunità e alle decisioni sociali.

L'antica India ha avuto alcuni elementi di uguaglianza di genere durante l'epoca vedica. Le donne partecipavano alle cerimonie religiose e il concetto di "ardhangini" riconosceva l'importanza della cooperazione tra uomini e donne. Tuttavia, la società era ancora influenzata da idee patriarcali e le donne potevano essere soggette a restrizioni basate sulla casta sociale. Nel corso dei secoli, i diritti delle donne in India hanno subito cambiamenti significativi.



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