Protezione solare: come scegliere il prodotto giusto

Minerali, chimici, reef-safe: quale filtro solare preferire?

Proteggerci dai raggi del sole è importante e la scelta del tipo di filtro potrebbe non essere così banale

Eccoci qui, con un’estate che ormai ha iniziato a bussare alla porta (e meno male!). Dopo un maggio e un giugno così e così, finalmente possiamo stenderci al sole e guadagnarci la nostra meritata tintarella. Ma in sicurezza, s’intende. E allora, via all’acquisto del solare! Quale? Finora, devo essere sincera, sono rimasta fedele ad Avène (che non mi ha mai fatto prendere neanche una scottatura lasciandomi la pelle idratata e sana) senza farmi troppe domande. Poi ho scoperto che esistono diverse tipologie di filtri (chimici, minerali, combinati e reef-safe) e mi sono resa conto che in realtà non ne sapevo niente. Allora ho cercato di capirne di più. Vediamo un po’.

Partiamo da un presupposto importantissimo: i prodotti di protezione solare sono essenziali per proteggere la pelle dai danni causati dai raggi ultravioletti (UV) del sole.

Quanti e quali sono i danni che può causare il sole alla nostra pelle?

Esistono tre tipi di danni causati dall'eccessiva esposizione al sole: danni immediati come le ustioni solari, danni a medio termine come lentiggini, macchie solari e nei, e danni a lungo termine come invecchiamento precoce della pelle con la comparsa di lesioni precancerose come cheratosi attiniche, carcinomi basocellulari e spinocellulari e melanoma. Ricordiamoci che in Italia il numero di nuovi casi di melanoma (il tumore cutaneo più pericoloso) sta aumentando. Sia gli uomini che le donne stanno registrando un incremento del 7% (fonte dati: Associazione Italiana Registri Tumori con il supporto dell'Intergruppo Melanoma Italiano IMI-2022). Ma c’è anche una buona notizia: tra le persone nate a partire dagli anni '70, il rischio di sviluppare il cancro si è ridotto dopo anni di crescita costante. Un risultato dovuto all'aumento della consapevolezza e all'adozione di comportamenti corretti di esposizione al sole.

Per proteggersi dai raggi solari, è fondamentale tenere conto di due fattori principali: l'intensità del sole e il proprio fototipo. Per evitare danni, è consigliabile evitare l'esposizione al sole durante le ore centrali della giornata (11-15) e utilizzare creme solari con un indice di protezione adeguato al proprio tipo di pelle.

Ogni fototipo di pelle richiede una protezione specifica. Ricordarlo non fa male: chi ha la pelle e sensibile dovrebbero optare per creme solari ad alto fattore di protezione (SPF) come 50+ o superiore; chi invece ha la pelle più scura può utilizzare creme solari con un SPF leggermente inferiore, ma comunque sufficiente per proteggere la pelle dai danni solari.

Detto questo, andiamo a vedere cosa offre il mercato, che in realtà propone così tanti prodotti diversi che a volte è difficile orientarsi (alcuni includono principi di dermocosmesi, antiossidanti, altri aiutano a contrastare alcuni effetti delle radiazioni solari e a rallentare l’invecchiamento cellulare, altri proteggono dalla luce blu ad alta energia,…). Però si tratta di aggiunte a formulazioni base che possono dividersi principalmente in due tipologie: filtri solari chimici e filtri solari minerali. 

Filtri solari chimici

I filtri solari chimici sono composti per l’appunto chimici, contenuti in molti prodotti solari come creme, lozioni o spray e proteggono la pelle dai dannosi raggi ultravioletti (UV) del sole. Assorbono o disperdono i raggi UV, riducendo l'esposizione della pelle e prevenendo i danni causati dai raggi solari.

Vantaggi:

Protezione efficace dai raggi UV: offrono una protezione completa contro i raggi UVA e UVB.

Facilità di applicazione: sono disponibili in diverse forme, come creme, lozioni, gel e spray, e possono essere applicati in modo uniforme sulla pelle.

Compatibilità con l'uso di cosmetici: alcuni possono fungere da base per il trucco e possono essere applicati prima dell'applicazione del trucco senza comprometterne l'aspetto.

Svantaggi:

Possibili reazioni allergiche: alcune persone possono sviluppare reazioni allergiche a determinati ingredienti presenti nei filtri solari chimici, come l'avobenzone, l'octinoxate o l'ossibenzona.

Preoccupazioni sull'assorbimento chimico: se ti chiedi quanto puoi stare serena nell’utilizzarli, stai tranquilla: gli enti regolatori come la Food and Drug Administration (FDA) negli Stati Uniti e l'European Medicines Agency (EMA) in Europa hanno stabilito che l'uso di filtri solari chimici è sicuro.

Impatto ambientale: se sei attenta alla natura, beh qui un chiarimento va fatto. Alcuni ingredienti dei filtri solari chimici possono avere effetti dannosi sugli ecosistemi marini, come i coralli. L'uso eccessivo di filtri solari chimici in ambienti acquatici sensibili può contribuire al degrado dei coralli e degli organismi marini.

Filtri solari minerali

I filtri solari minerali, chiamati anche filtri solari fisici o inorganici, sono composti di ossido di zinco e/o di biossido di titanio. A differenza dei filtri solari chimici che assorbono i raggi UV, i filtri solari minerali funzionano riflettendo fisicamente i raggi solari. Ciò avviene grazie alle particelle di dimensioni nanometriche presenti in questi filtri, che creano una barriera fisica sulla pelle deviando i raggi UV.

Vantaggi:

Ampia protezione dai raggi UV: offrono una protezione a spettro ampio contro i raggi UVA e UVB. Riflettono i raggi solari invece di assorbirli.

Adatti alle pelli sensibili: sono la scelta preferita per le persone con pelle sensibile o soggetta a reazioni allergiche, poiché i filtri solari minerali sono generalmente ben tollerati e meno irritanti rispetto ai filtri solari chimici. Sono particolarmente raccomandati per bambini e neonati.

Effetto immediato: sono efficaci fin dal momento dell'applicazione senza richiedere un periodo di attivazione.

Impatto ambientale: normalmente sono considerati biodegradabili, il che significa che si degradano naturalmente nel tempo senza causare danni duraturi all'ambiente marino e quindi agli ecosistemi acquatici.

Sostenibilità nell'estrazione dei minerali: anche sotto questo aspetto il feedback è positivo perché l'ossido di zinco e il biossido di titanio possono essere ottenuti da fonti sostenibili e rispettose dell'ambiente, riducendo l'impatto negativo sull'ecosistema.

Svantaggi:

Possibile effetto biancastro: a causa della loro natura riflettente, i filtri solari minerali possono lasciare un leggero alone bianco sulla pelle, specialmente se non vengono applicati correttamente o se la formulazione non è adeguata.

Textura più densa: le formulazioni di filtri solari minerali possono avere una consistenza più densa rispetto ai filtri solari chimici, il che potrebbe non essere apprezzato.

Re-applicazione frequente: potrebbero richiedere una re-applicazione più frequente rispetto ai filtri solari chimici, specialmente dopo attività come il nuoto o l'asciugatura con asciugamani.

Filtri solari combinati

I filtri solari combinati sono composti da una combinazione di ingredienti di filtri solari chimici e minerali e le formulazioni esatte variano da prodotto a prodotto. Questa combinazione consente di sfruttare i vantaggi di entrambe le tipologie di filtro.

Filtri solari reef-safe

I reef-safe ("sicuri per i coralli") sono filtri solari che sono stati appositamente formulati e sviluppati per ridurre al minimo l'impatto negativo sull'ambiente marino, in particolare sui coralli e gli ecosistemi marini.

I filtri solari tradizionali possono contenere sostanze chimiche, come l'ossibenzona (oxybenzone) e il butilparaben, ritenute dannose per i coralli e altre forme di vita marina.

Di solito tra gli ingredienti principali troviamo l'ossido di zinco e il biossido di titanio, che sono i classici ingredienti dei filtri minerali.

Formula waterproof?

E’ vero, resistono più a lungo, ma non all’infinito. Quindi non dimenticare di riapplicare la tua crema dopo una doccia o un bagno.

Cos’è la luce blu e perché è dannosa per la pelle?

La luce blu è una parte dello spettro di luce visibile che ha una lunghezza d'onda compresa approssimativamente tra 380 e 500 nanometri. Questa luce è emessa non solo dal sole, ma anche da molte fonti artificiali, come gli schermi dei dispositivi elettronici (ad esempio, smartphone, tablet, computer) e le luci LED.

Sembra che la luce blu a alta energia (HEV) possa avere effetti dannosi sulla pelle tra cui invecchiamento cutaneo, stress ossidativo, iperpigmentazione.

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