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Giovani vs stereotipi di genere: chi vincerà?

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Quanto pesa sulle giovani donne e sui giovani uomini l’eredita dei pregiudizi di genere che gli sta lasciando la nostra società? Stiamo continuando ad alimentare gli stereotipi oppure stiamo riuscendo a scandinarli un po’, in modo da lasciare i presupposti per un futuro migliore, più inclusivo e condiviso?

L’”Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali” del CNR nel 2020 ha condotto un’indagine su oltre 3 mila studenti e studentesse delle scuole superiori, riscontrando che i semi del cambiamento esistono. Anche se ci sono ampi margini per un più apprezzabile miglioramento.

Dall’indagine infatti è emerso che gli stereotipi di genere continuano ad esistere: 4 adolescenti su 10 ancora ritengono che debba essere l'uomo a mantenere la famiglia e 1 ragazzo su 4 che l'uomo debba comandare in casa. Tuttavia, c'è anche una presa di coscienza positiva, poiché gli adolescenti riconoscono che l'uomo può e deve svolgere le faccende domestiche.

La ricerca ha inoltre evidenziato che le ragazze sono vittime privilegiate di varie forme di discriminazione e violenza in ambito scolastico. Sono soggette all'esclusione dal gruppo, insulti sull'aspetto fisico e offese a causa del loro genere.

Anche l'atteggiamento verso il sessismo e l'omofobia è stato indagato. Si è scoperto che alcuni adolescenti mostrano tolleranza verso il sessismo e l'omofobia, e i maschi presentano una tolleranza al sessismo molto superiore rispetto alle femmine.

Un'ulteriore indagine condotta durante il lockdown in Italia ha mostrato che gli stereotipi di genere sono ancora radicati anche tra i giovani tra i 18 e i 21 anni. Gli adolescenti hanno mostrato accordo verso affermazioni stereotipate, ad esempio, riguardo all'uomo come responsabile delle faccende domestiche e alla tolleranza verso il comportamento impaziente degli uomini durante la pandemia.

Antonio Tintori, responsabile dell’Istituto di ricerca che ha condotto l’indagine, commenta così i dati: “La costruzione delle rappresentazioni sociali costituisce un processo complesso, sul quale influiscono la socializzazione primaria e secondaria e i modelli culturali di riferimento. Esse generano l’idea dell’altro, che condiziona gli atteggiamenti e i comportamenti umani e quindi il rapporto tra uomini e donne. In particolare la riproduzione dei cosiddetti ruoli di genere, che avviene per lo più in ambito familiare, ove spesso si interiorizzano ideali distanze e disuguaglianze sociali, si basa ancora oggi sulla presenza di una visione sessista della società, che vede la donna come subalterna all’uomo per via della presunzione dell’esistenza di ruoli sociali “naturali”, che prevedono il primato dell’uomo nelle posizioni apicali di carriera e quello della donna negli oneri di cura e assistenza familiare. Queste errate scorciatoie cognitive, definite stereotipi, costituiscono un fattore altamente condizionante gli atteggiamenti verso la diversità di genere”.

In conclusione, gli stereotipi di genere sono ancora presenti e influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti degli adolescenti italiani, ma vi è anche un riconoscimento della necessità di superare certi comportamenti tradizionalisti e ruoli di genere rigidi. Il processo di emancipazione culturale, però, è complesso e richiede l’impegno di tutti noi, a partire dai genitori.

Su questo blog leggi anche: “Perché gli stereotipi opprimono anche gli uomini”; “Gli stereotipi e il bisogno di approvazione sociale. Come ci intrappolano?

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